Analisi del Ministero del Lavoro su sicurezza e lavoro irregolare
Nello scorso febbraio il Ministro del Lavoro ha presentato alla stampa i risultati del Rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale svolte nel corso del 2014 dalle Direzioni regionali e territoriali del Ministero, da INPS e INAIL.
Dal rapporto emerge che su 221.476 aziende ispezionate, appartenenti a tutti i settori produttivi, il 64% risulta irregolare; su 181.629 lavoratori irregolari, il 43% si è rivelato totalmente in nero. Il Ministero, l’INPS e l’INAIL stimano un’evasione di contributi e premi assicurativi di circa 1,5 miliardi di euro, con una crescita di circa il 6% rispetto all’anno precedente, ma in calo del 30% in confronto al biennio 2008-2009. Il numero delle aziende complessivamente ispezionate è andato progressivamente diminuendo dalle 342.363 del 2007. I controlli eseguiti nel 2014 sono stati 140.173, con un 56% nel settore terziario, un 29% nell’edilizia, l’11% nell’industria e il 4% in agricoltura. L’esiguità del numero di aziende sottoposte a controllo rispetto alla totalità delle imprese attive sul territorio, e anche rispetto agli anni precedenti, è parzialmente compensata da una programmazione dell’attività ispettiva maggiormente mirata all’individuazione dei settori potenzialmente
più esposti al rischio di irregolarità.
In merito ai lavoratori irregolari, due su cinque sono risultati privi di qualsiasi forma contrattuale, di cui 64% si riscontra nel settore terziario, il 13% nell’industria e il 12% nell’edilizia. Le sanzioni comminate per lavoro nero hanno riguardato principalmente la Puglia, la Campania, la Calabria, la Lombardia e la Toscana.
La diminuzione registrata nei casi di lavoro nero e irregolare è ascrivibile, oltre che al minor numero di ispezioni effettuate durante l’anno, alle ridotte possibilità di lavoro, regolare e irregolare.
Le altre fattispecie di violazioni maggiormente riscontrate sono – in valore assoluto - riferibili in primis a casi di utilizzo abusivo di forme contrattuali flessibili, a casi di appalto/distacco illecito, a illeciti in materia di orario di lavoro, a violazioni dovute a impiego di minori, a violazioni della tutela di lavoratrici madri e gestanti, a discriminazioni di genere.
Dall’azione di vigilanza sul territorio nazionale nel periodo gennaio-dicembre 2014 sono emersi 1.018 extracomunitari clandestini al lavoro (in flessione del 7% rispetto al 2013), concentrati in particolare nei settori industria e terziario, mentre in edilizia ed agricoltura sono risultati occupati rispettivamente 90 e 73 stranieri privi di permesso di soggiorno.
Il maggior numero di violazioni concernenti lavoratori extracomunitari clandestini si è registrato in Toscana (329 casi), principalmente a causa della diffusa presenza di laboratori cinesi nel settore manifatturiero e tessile, nonché in Campania (165 casi), in Lombardia (143 casi) e in Emilia-Romagna (110 casi).
Con riferimento ai provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 del decreto legislativo n. 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), il rapporto segnala un costante decremento, probabilmente connesso alla diminuzione del numero dei lavoratori in nero già registrata nell’anno precedente: nel 2014 risultano complessivamente adottati 6.838 provvedimenti interdittivi, in diminuzione del 13% sul 2013, nella quasi totalità dei casi
riferiti a occupazione di lavoratori in nero (due i provvedimenti adottati per gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di salute).
In materia di normativa sulla sicurezza sul lavoro, nel 2014 sono state registrate 26.998 violazioni prevenzionistiche, la maggior parte delle quali (il 70%) nel settore edile e nel terziario (23%). È stata inoltre rilevata un’insufficiente attenzione delle aziende ispezionate agli obblighi del datore relativi alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori (12% delle violazioni), alla formazione e informazione del personale (altro 12%) e una generale carenza nella realizzazione di una completa valutazione dei rischi aziendali e interferenziali (circa il 7% delle violazioni riscontrate).
Il rapporto contiene anche i risultati sull’attività di vigilanza straordinaria condotta dal Ministero in eventi fieristici e culturali: per 278 eventi controllati sono state ispezionate 1.336 aziende, delle quali 550 sono risultate irregolari; per 3.427 occupati sono stati individuati 758 irregolari, di cui 377 totalmente in nero. Tra i lavoratori irregolari, sono stati identificati 203 extracomunitari con permesso di soggiorno, dei quali 78 in nero, e 5 lavoratori privi di permesso di soggiorno.
Sono infine di un certo interesse i dati concernenti le indagini trimestrali sui più rilevanti fenomeni di illegalità, lavoro sommerso e sfruttamento della manodopera: fra questi spiccano le attività di contrasto al lavoro sommerso a Prato, dove negli accessi brevi presso 89 aziende il 41% è risultato irregolare, e gli accertamenti ispettivi mirati sulle attività produttive gestite dalla comunità cinese, sempre in provincia di Prato, riguardanti 30 aziende dei settori tessile, commercio, pubblici
esercizi e plastica. Qui le irregolarità in materia di lavoro hanno riguardato l’87% delle aziende ispezionate. Gli accertamenti ispettivi effettuati a Crotone nel settore agricolo mostrano che il 54% delle aziende è irregolare.
(da Notiziario sul mercato del lavoro-CNEL aprile 2015)